Lollove è tra i borghi medioevali più piccoli al mondo! Ad oggi conta una popolazione di poco più 10 abitanti, a fronte dei 400 degli anni 50. Ma questi fanno si che non venga visto come un paese fantasma. Tutt'altro! Attorno al piccolo borgo c'è un meraviglioso brusio di rinascita, infatti molti residenti del posto hanno deciso di intraprendere in forma associativa un percorso volto alla rivalutazione del borgo. Tra questi spicca la caparbietà, l'amore e il coraggio di due giovani intraprendenti, Simone Ciferni e Roberto Chessa. Che con le loro attività, stanno ridando lustro e vitalità al piccolo villaggio.
Lo stress con cui al giorno d'oggi abbiamo a che fare sta assumendo dimensioni enormi, tanto da riguardare tutti, non più solo alcune categorie di lavoratori come accadeva in passato. Questo perché la tensione provocata dal continuo uso di dispositivi tecnologici, come gli smartphone, è una condizione quotidiana dalla quale non stacchiamo mai. Così mentre prima almeno in vacanza potevamo rilassarci, oggi a qualsiasi ora del giorno o della notte, in spiaggia o persino sulla toilette, siamo presi dalla smania della connessione perpetua o dalla fretta di rispondere alle continue notifiche che ci arrivano, che sia una mail di lavoro o un semplice commento sui social. Simone con il suo progetto “Lollovers”, che coinvolge l'intera comunità, ha a cuore il benessere delle persone e fa in modo che i suoi ospiti possano godere a pieno di questa eccezionale condizione di pace e relax. Questo non mette assolutamente in secondo piano l'attività principale che è quella agricola, con cui offre dei prodotti eccellenti. Inoltre, grazie al coinvolgimento della sua famiglia, propone dei laboratori esperienziali con i quali riesce a far vivere attivamente ai propri ospiti la trasformazione della materia prima, coinvolgendoli nel far diventare la farina in pasta o il latte in formaggio! Il luogo in cui accoglie i suoi clienti è delizioso, “Sa Domo de Zia Francisca”, una piccola perla nel cuore del borgo. Sono diverse ora le abitazioni che sono state accuratamente ristrutturate e riportate in vita. Saltano agli occhi per bellezza, percorrendo le strade in ciottolato del paese, tra le vecchie case abbandonate, costruite all'antica maniera sarda di mattoni e terra. Strutture tipicamente medievali che sono nate attorno alla chiesetta seicentesca in stile tardogotico, dedicata a Maria Maddalena. Chiesetta che pare sia sorta per attirare a se la popolazione pagana di un'adiacente villaggio, posto sull'altura che sovrasta Lollove. Villaggio conosciuto come Selene, (dal greco seleni, la luna) probabilmente per via de culto che veniva praticato. Si dice inoltre, questa ve la racconto con il “mucadore” in testa (non tutti capiranno il riferimento), che di Selene fosse il pastore che sposò o quanto meno ebbe una relazione proibita con una delle suore che vivevano nel monastero di Lollove. Questo costò alle suore la cacciata dal paese da parte dei Lollovesi che per contro si beccarono una bella maledizione dalle sorelle. «Lollove as a esser chei s’abba ’e su mare, no as a crescher nen parescher mai», avrebbero detto le suore, rivolgendosi al borgo: «Lollove sarai come acqua del mare, non crescerai e non morirai mai». E così fu! Si tratta di una leggenda tramandata per tradizione orale, ma Lollove ha avuto l'onore di essere raccontata da grandi intellettuali sardi come Maria Giacobbe, Sebastiano Satta che ne hanno scritto e parlato. Grazia Deledda ha ricavato da Lollove le caratteristiche di un minuscolo borgo in cui è ambientato uno dei suoi più celebri romanzi, “La madre”, opera che proprio quest'anno festeggia i suoi 100 anni. Non solo, Lollove ha avuto anche il pregio di ospitare Adelasia Cocco, il primo medico condotto donna. Ricordata per essere stata la prima donna in Italia a diventare medico condotto nel 1915 e nel 1919 la prima donna in Sardegna a prendere la patente. Le Donne Sarde!
Ma in un luogo come Lollove anche le pietre hanno memoria. Così lo studio di Roberto si trasforma in un'accorata ricerca anche degli antichi monili ed attrezzi tipici delle arti e dei mestieri del posto, facendo delle scoperte straordinarie che documenterebbero il passaggio dei templari in questo magnifico borgo. La ricerca è talmente fruttuosa che nasce una casa museo colma di tantissimi oggetti antichi. Visitarla è un vero viaggio nel passato, ma non solo quello remoto. Ho riconosciuto la piattiera che anche mia nonna aveva appesa in cucina, oppure il tipico mobile da dispensa in cui conservava il contenitore in latta che mi dava per andare a prendere le more..insomma, in quegli anni non è che ci fosse una scelta di mobilio tale da non trovarsi in ogni abitazione! Soprattutto in quelle tradizionali delle famiglie che andavano avanti lavorando la terra o nelle miniere, come faceva mio nonno. Qualsiasi antichità della tradizione sarda la si può trovare lì, appesa alle pareti o come soprammobile su una cassettiera magistralmente restaurata. Ho rivisto anche il contenitore in latta che usavo per le more, nella casa museo di Roberto! Questa è una cosa che lui non direbbe mai. Perché ciò che io definisco suo, lui lo definisce di tutti. Le sue esatte parole sono: ” Il fare, per il bene di un qualcosa o di un luogo, non rientra mai nella sfera del "parlare di noi stessi", ma in quella di "fare un qualcosa per tutti”, affinché tutti possano sentirsi partecipi e attori dello stesso progetto. Lollove è di tutti, io sono solo un ambasciatore che lavora dietro le quinte e cerca di valorizzare ciò che tutti possono sentire proprio, cioè Lollove e il suo essere "di tutti". La scoperta del passato serve a comprendere al meglio il presente, portandoci ad essere "custodi del tempo"!" Con questo spirito nasce qualche anno fa la pagina su Facebook “Lollove Borgo Antico” che ha contribuito alla scoperta di Lollove anche fuori dal nostro territorio, rendendolo famoso a tal punto che persino la BBC ha da poco visitato il borgo e creato un piccolo documentario. Il primo lungometraggio su Lollove risale al 1996, edito dall'ISRE (l’Istituto Superiore Regionale Etnografico ). “I giorni di Lollove” girato da Ignazio Figus e Virgilio Piras tra il 1989 e il 1990. Io che ho scelto Lollove come gemma preziosa che possa ospitare il mio evento benessere di quest'anno, mi sento assolutamente a casa!
È con questo spirito di accoglienza e inclusione che nasce il " World Wellness Weekend – InEvoSpa 2020 ", con estrema gratitudine per Lollove e i suoi tenaci abitanti.
12 Comments
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World Wellness Weekend - InEvoSpa 2024
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